Oltre
ad essere una splendida città d'arte, con una lunga storia alle spalle
e con monumenti di altissimo valore in superficie, la città di Bergamo
nasconde nelle sue viscere aspetti architettonici e geologici
inaspettati, oltre che misteriosi. Un mondo sotterraneo che abbiamo cominciato ad esplorare
grazie al Gruppo Speleologico Bergamasco "Le Nottole", che
mette a disposizione guide competenti che sanno far nascere nel
visitatore la curiosità, lo stupore e la voglia di proseguire la
conoscenza di questo mondo ipogeo che normalmente ignoriamo, mentre
camminiamo o viaggiamo in automobile verso la Città Alta. La collina su
cui essa fu costruita fin da tempi remotissimi pullula di acqua per via
di numerose sorgenti naturali che se in antico la rendevano sacra, nel
Medioevo e sotto la dominazione Veneta hanno costituito un grosso
vantaggio, perchè la città rimaneva autonoma anche in caso di assedio.
Le sorgenti
hanno alimentato acquedotti, fontane pubbliche e private fino a tempi
relativamente recenti, quando la funzione del nuovo Acquedotto comunale le ha
sostituite, determinando in massima parte il loro abbandono. Non solo:
esse sono state letteralmente dimenticate, riempite e sotterrate ed è
merito di gruppi volontari come quello degli speleologi delle
"Nottole" se sono tornate progressivamente alla luce, in
collaborazione con gli enti preposti.
Bergamo Alta è
dunque perforata in lungo e in largo da canali idrici, cunicoli,
passaggi sotterranei. Ma come città fortificata che si rispetti, lungo
i cinque chilometri delle sue Mura (che la circondano come un involucro di pietra) si trovavano le bocche
di una trentina di cannoniere, alcune oggi murate e inaccessibili, altre riscoperte,
ripulite e rese visitabili al pubblico. La Fortezza di Bergamo era il frutto di progressi progettuali, scientifici e
tecnici, e poteva contare su tre elementi fondamentali: il bastione, la cortina e il cavaliere.
Ma cannoniere e sale di manovra non servirono mai perchè la
Città Alta non venne mai attaccata.
Le Mura cui facciamo riferimento
sono quelle costruite dai Veneziani quando subentrarono nel governo
della città, ovvero dal XVI secolo e la loro realizzazione comportò
uno scompaginamento dell'urbanistica: vennero abbattute almeno 215 case
con orti, vigneti e terreni; diverse chiese importanti con i loro
monasteri subirono la stessa sorte. Si dice che i capitani della
Serenissima, quando abbattevano una chiesa per far posto ad una
cannoniera sotterranea, venissero subito comunicati; per mitigare il
"castigo" davano alla cannoniera stessa il nome della chiesa
che avevano abbattuto.
Le Mura Venete
cessarono di avere funzione militare e difensiva con l'arrivo delle
truppe francesi; nel 1825 divennero proprietà demaniale e vennero
smantellate le strutture militari, mentre i sotterranei furono riempiti
con materiali di recupero. A volte gli ingressi sono stati scoperti per
caso, in seguito gli ambienti sono stati ripuliti, esplorati e mappati, grazie anche ad una
ricerca nei documenti d'archivio. Tanti secoli di storia giacciono
quindi sotto i nostri piedi mentre sorseggiamo lo stupendo panorama che
si gode dalla passeggiata lungo le Mura, consentendo una visuale che
spazia da Milano a est al Monte Rosa a nord
Immergiamoci
dunque nel misterioso mondo sotterraneo di Bergamo...
La Cannoniera di San Michele
1.
E'
la più suggestiva tra quelle attualmente esplorate e accessibili. Il
perchè lo si può vedere dalle fotografie, oltre che dal nostro video.
Descriverla a parole non può renderle giustizia. C'è un mondo pulsante
di vita in questo ambiente dimenticato da secoli: dopo aver percorso la
grande galleria d'accesso, curva e in discesa (f. 1), ci si ritrova al cospetto
di un'imponente "sala di manovra" caratterizzata da tre vani
con volta a botte, sorretta da un unico pilastro centrale (f. 2).
2.
Nella sala maggiore sono concentrate straordinarie concrezioni di tipo
carsico, che hanno formato stalattiti e stalagmiti (foto 3-7). Le prime sono
filiformi e arrivano anche ai tre metri di lunghezza, dando al
visitatore l'impressione di essere entrato in un mondo surreale,
fantastico. Sotto la città moderna, vedere questo spettacolo desta una
piacevole meraviglia! Le stalagmiti si sono formate per continuo
stillicidio dell'acqua sulla superficie pavimentale, e anch'esse sono di
dimensioni notevoli. Dato che ci è capitato di vedere tali fenomeni in
altre grotte (ma naturali come quelle di Borgio Verezzi in Liguria o
quelle di Nettuno in Sardegna), e sapevamo che la formazione di
stalattiti e stalagmiti è un processo lunghissimo, ci siamo subito stupiti di vedere la lunghezza di queste presenti nella
cannoniera, costruita alla fine del 1500...La spiegazione risiederebbe nel
fatto che la calce utilizzata quale sigillante fra le pietre impiegate
nella struttura ha accelerato se non determinato l'instaurarsi di queste
concrezioni, che sono giustamente protette in un'area non calpestabile.
Ogni "spaghetto" che pende dalla volta è generato da una
goccia che continuamente lo alimenta.
3.
4.
5.
6.
7.
L'acqua, qui, è la caratteristica
predominante: infatti è stata intercettata una sorgente durante lo
scavo della cannoniera ed incanalata verso l'esterno, dove si univa con
l'acquedotto di Prati Baglioni che fino alla fine del XIX secolo andava
ad alimentare la Fontana del Delfino in via Pignolo (situata fuori dalle
Mura Venete, più in basso rispetto a dove ci troviamo). Tale sorgente,
unitamente alle infiltrazioni d'acqua dalle pareti, attualmente allaga
la "galleria di sortita"(f. 8) che permetteva un tempo ai soldati di
uscire ai piedi delle Mura per azioni all'interno della fossa che
circondava Città Alta. Uno spettacolo ammirare il cristallino
allagamento, sul fondo della galleria: le gocce che vi cadono ancora
incessanti creano i classici cerchi che paiono quasi susseguirsi in una
armonia musicale. Tic, tic, tic...E' bello il suono dell'acqua, così
sommesso, qui dentro. Respirare l'umidità e il fresco non è mai stato
così gradevole come oggi che fuori la temperatura tocca i 33°!
8.
Dal punto di
vista dell'architettura militare, questa di San Michele era una doppia
cannoniera in casamatta posizionata all'interno del baluardo omonimo,
detto anche doell'Acquedott (perchè vi fu addossata la vasca dell'
acquedotto comunale, nel 1881, ostruendo per sempre i suoi sbocchi verso
l'esterno). Doveva servire alla difesa della cortina compresa tra la
Porta Sant'Agostino e parte della faccia del baluardo omonimo. Le
bocche per l'artiglieria erano due e, insieme al cunicolo di sortita, si
trovano tutte allineate: quella di sinistra è completamente
ostruita (f. 9), quella di destra (f. 10) permette di osservare la forma ad imbuto
rovesciato verso l'esterno con un piano inclinato dove, sul fondo,
veniva appoggiato il cannone.
9.
10.
Gli architetti militari sfruttarono in
parte la posizione a ridosso della collina sulla quale Bergamo alta fu
edificata: ciò è ben evidente in alcuni punti, in cui le pareti sono
costituite da strati rocciosi.
Al di sopra di
queste due bocche, sul soffitto molto alto, ci sono due aperture
circolari ben rifinite: si tratta dei camini di ventilazione (f. 11), da dove
avrebbe dovuto uscire il gas prodotto dagli spari dell'artiglieria (cosa
che mai avvenne, come s'è detto, perchè non ci fu mai necessità).
11.
Pare che nel tempo
qualche incauto, in
superficie, inconsapevole della presenza sotterranea della cannoniera,
abbia iniziato ad infilare sacchi di spazzatura da queste aperture. "Si
continua a
buttare roba dentro quel buco e non si riempie mai", si andava
dicendo fino a che la cosa insospettì chi di dovere e, provvedendo ad
un'ispezione, venne scoperto effettivamente -sotto i cumuli di
immondizia e a diversi metri di profondità- questo straordinario ambiente ipoego, che il Comune di
Bergamo terminò di restaurare nel 1992. La cannoniera venne però
aperta al pubblico nel 1998 grazie agli speleologi delle
"Nottole" e inizialmente l'accesso avveniva da un
chiusino stradale posto a lato della strada. Dal 2002 si è reso
praticabile l'attuale ingresso, sicuramente più agevole e comunque non
privo di suggestione.
12..
La
Fontana del Lantro
Riemersi in
superficie, ci spostiamo all'inizio di via Boccola, dove si trova da
secoli e secoli un luogo carico di fascino nonchè di pubblica utilità,
fino a non molti anni fa. In origine il luogo poteva anche essere stato
considerato sacro, ma al riguardo non si hanno notizie di luoghi di culto
remoti mentre in epoca cristiana vi è sorta una chiesa dedicata a san
Lorenzo. La prima chiesa dedicata a tale santo venne abbattuta per far
posto alle Mura Venete nei pressi della omonima Porta e venne ricostruita
qui, proprio sopra la sorgente. Fu allora che alla Fontana venne data la
forma che ammiriamo ancora oggi (debitamente ripulita e recuperata al suo
antico splendore grazie alle "Nottole", a partire dal 1992). Ma,
com'era accaduto per la cannoniera di San Michele, del suo valore non
importava più niente a nessuno, ne era svanito il ricordo e l'ubicazione.
L'accesso era stato ostruito da cumuli di macerie; sul monumento stava per
essere impiantata una pesante gru, che doveva servire a lavori edilizi
nella chiesa di San Lorenzo. Se così fosse successo, probabilmente la
struttura sarebbe rimasta intrappolata per sempre nel passato. Ricerche
d'archivio nonchè il fatto che fino al 1950 qui vi erano dei lavatoi,
fecero supporre che la sorgente e relativa Fontana del Lantro potessero
celarsi proprio sotto terra. Una lotta contro il tempo! Per fortuna i
lavori edilizi vennero arrestati e si intrapresero quelli di scavo. I
lavatoi sono comunque ancora sepolti sotto una collinetta di terra (f.
13), in attesa di essere anch'essi recuperati.
13.
Di
questa fonte d'acqua parla il vescovo Adalberto in una pergamena datata
928 d. C., ma è probabile che fosse nota da tempi antecedenti.
Ripetutamente citata in documenti del 1032, 1042 e 1248, viene indicata
negli Statuti comunali medievali come una sorgente incanalata in un
complesso dotato di cunicoli, cisterna, lavelli ed abbeveratoi. Ha
servito per tutta la comunità della Vicinia di San Lorenzo fino alla
costruzione dell'Acquedotto municipale (1881).
Alla
Fontana pervengono in realtà due sorgenti, tanto che vi sono due
cisterne: una -più piccola- la si può vedere dall'esterno (f. 14) e
l'altra si visita adeguatamente all'interno (f. 20-24). L'antica sorgente
del Lantro nasceva in una piccola cavità dietro la chiesa di San Lorenzo
e la sorgente di San Francesco venne intercettata durante i lavori di
costruzione delle Mura. Dalla cartina (f. 15) si possono individuare i
percorsi delle acque sorgive rispetto al sottosuolo della collina di
Città Alta. Pare che la Fonte si addentri di almeno 57 m nella parete
rocciosa.
14.
15.
Quando
si entra, nella semi oscurità necessaria per godere di un'atmosfera
ideale, si resta senza parole: una grande vasca (capacità: 400 mc di
acqua) riflette le volte ad ad arco della copertura, che poggiano
sull'unica colonna centrale, emergente in mezzo alla cisterna (f. 16). La
profondità dell'acqua presente potrebbe aggirarsi intorno ai 10 m.
Raffinata ed ingegnosa, la struttura è dotata, come detto, di una vasca
minore, collocata in posizione sopraelevata rispetto a quella
principale.
16.
Gli sbocchi
delle due sorgenti sono situati sulla stessa parete: l'acqua scende
piuttosto allegramente ancora oggi da entrambi i condotti. Guardando verso
il fondo, non si riesce a distinguerne l'origine, perlomeno di quello a
destra (f. 17). A sinistra, invece, dal fondo del cunicolo (f. 18) si
individua un percorso digradante, a scalette, per favorire il deflusso
idrico.
18.
19.
Piccoloondotto che
convoglia l'acqua alla vasca minore.
La
manutenzione delle cisterne era assicurata dai fontanari. Su due blocchi
di cemento murati all'interno della Fontana del Lantro si possono vedere
le loro "firme": uno riporta la data 1856 e il nome dell'uomo,
Antonio Beretta e ci dice che "espurgò" i condotti quell'anno.
L'altro blocco riporta la data del 1876 e ci dice che nel mese di ottobre
i due recipienti vennero espurgati da Quarti Giovanni (la modesta
calligrafia incisa non permette di leggere correttamente il nome).
Testimonianze molto importanti e per certi versi commoventi. Attività
ormai dimenticate dal tempo...Come dimenticata e abbandonata fu la
cisterna, completamente dal 1950, quando anche i lavatoi vennero dismessi.
Eppure aveva onorevolmente servito tutta la popolazione della Vicinia
fino agli ultimi anni del 1800. Per l'abbondanza delle sue acque e per la
sua capienza fu impiegata per diversi usi, come per la concia delle pelli
e per abbeverare gli animali. Le persone potevano venire a prendere
l'acqua da bere con recipienti propri, però dovevano rigorosamente
attingere l'acqua della sorgente tramite appositi contenitori (in numero
di sei) in dotazione, che nessuno poteva asportare (per questioni
igieniche) Ciascuno poteva travasare poi l'acqua da questi ai propri.
20.
21.
22.
23.
24.
Cannoniera
della Fara e Sortita dell'Acquedotto
Bergamo
possiede i resti di altre due cinte murarie, oltre le Mura Venete:
-quella romana, di cui avanzi
sono visibili nei tratti di via Vagine, sotto il convento del Carmine, e di via degli Anditi (cinque arcate a ovest dell’attuale
funicolare);
-quella medievale che era dotata di
quattro superbe porte urbiche, costruite per il controllo del traffico, l'esazione dei dazi e la vigilanza urbana, grazie al corpo di guardia al
pianterreno. Esse si conservano e sono San Lorenzo, San
Giacomo, Sant'Agostino, Sant'Alessandro. Il prossimo ambiente ipogeo che
visitiamo prende avvio dal percorso esterno alla Porta San Lorenzo (f.
25), chiamata anche Garibaldi.
25.
26.
Questa Porta
è la più antica tra quelle di Bergamo Alta; fu infatti la prima ad
essere costruita ed in una posizione più bassa rispetto a dove la
troviamo oggi. La sua posizione originaria, nella valletta f. 26),
faceva sì che si allagasse facilmente con la conseguente sua
inaccessibilità. Era inoltre ritenuta troppo debole e nel 1605 venne
chiusa; il popolo la rivolle a gran voce e l'accesso venne ripristinato
nel 1627, dove lo vediamo attualmente. Guardarsi intorno è risvegliare
l'interesse per questa sorprendente città, per il suo passato e i
segreti che esso conserva. Questa è una zona che noi non conoscevamo
affatto bene: del resto soltanto con tour di visita del genere che
stiamo effettuando oggi è possibile accedere in determinate aree. il
passaggio sotto le Mura che stiamo percorrendo è infatti normalmente
non praticato dal pubblico, ma lungo esso (f. 27-33) si possono trovare
più che stimolanti curiosità: ingressi ostruiti di cannoniere, acqua
che trasuda dai blocchi di pietra, basi delle Mura di dimensioni
enormi.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
Ma ecco che
tutto si ridimensiona e i pensieri lasciano spazio ad un altri due
ambienti sotterranei che ci aspettano: la Sortita dell'Acquedotto
e la Cannoniera della Fara, situata nella cortina fra i baluardi
di S. Lorenzo e quello della Fara (f.34). Per accedere al primo
ambiente, che rappresentava una galleria militare al servizio della cannoniera della
Fara, si passa in un semplice ingresso squadrato (f. 35), superato il
quale si vede subito una grossa tubatura idrica a sinistra
(canalizzazione dell'acquedotto di Prato Baglioni) e una canalizzazione,
in disuso, a destra. Si tratta dell'antico acquedotto, costituito da un
cunicolo e da un canale dove primitivamente scorreva una sorgente che
conduceva l'acqua verso Sant'Agostino..
34.
35.
Il
cunicolo si perde in uno scuro antro (f. 36) di cui non conosciamo
l'origine, ma che i fontanari percorrevano quando dovevano provvedere
alle operazioni di manutenzione del condotto. Dopo che venne realizzato
l'Acquedotto comunale nel 1881, la sorgente venne abbandonata.
36.
La struttura
della Sortita, utilizzata per l'uscita alla base dalla fortificazione per effettuare azioni militari sul campo, è ancora ben conservata anche se il lato interno mura
è oggi chiuso; di essa ne è percorribile una parte. Per raggiungere la
cannoniera dobbiamo salire una scala amovibile (f. 37), perchè
l'accesso è situato alcuni metri più in alto rispetto alla base delle
Mura. Si tratta di una Cannoniera doppia, in casamatta, posta a difesa
della faccia nord-ovest del baluardo della Fara. E' costituita da una
sala di manovra con volta a botte e si può apprezzare la postazione per
un cannone (una seconda postazione è situata accanto, ma dall'interno
è ostruita, f. 41). Il resto della struttura è ingombrato da materiale
da riporto (f. 38 e 42) proveniente dalla costruzione della sovrastante
Via Fara. Siccome è proprio sottostante al piano stradale, toglierlo
comporterebbe forse dei rischi.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
Un'altra scala amovibile
(f. 43-44) ci riporta in superficie, facendoci sbucare da un tombino di
via Fara (f. 45), che quando è chiuso nessuno indovinerebbe essere la
porta segreta della cannoniera (eccetto coloro che lo sanno...).
Rieccoci al sole, tra il traffico cittadino e l'afa estiva, riemersi da
un mondo sotterraneo che ci ha regalato più di un'emozione, che ci
auguriamo di avervi saputo trasmettere, anche se in piccola parte.
Sicuramente
l'affascinante mondo ipogeo di Bergamo, ricchissimo di sorprese,
tornerà presto sulle pagine di questo sito. Alla prossima avventura.
43.
44.
45.
Il sito ufficiale
del Gruppo Speleologico Bergamasco "Le Nottole" è: www.nottole.it