La Perinsigne Basilica di
San Lorenzo in Lucina a Roma: scavi,scoperte e... la tomba di Nicolas Poussin,
autore de 'I Pastori d'Arcadia'
La basilica
di Lorenzo in Lucina è ubicata nel cuore di Roma, nella zona anticamente
occupata dal Campo Marzio settentrionale, un'area pianeggiante di origine
alluvionale, fra il Tevere e il Pincio, dove l’imperatore Augusto vi aveva
fatto erigere il proprio Mausoleo,nel 29a.C. e l’ARA
PACIS AUGUSTAE, nel 9 a.C., come esaltazione alla propria gloria dinastica e
per la pace ottenuta; anche Adriano, imperatore tra il 119 e il 138
d.C., vi fece fare lavori. Qui sorgeva un vero e proprio “quartiere”,
con un’insula ,di cui oggi- visitando la parte sotterranea della
Basilica attuale, si possono vedere i resti. Questa zona è visitabile solamente
l’ultimo sabato del mese e purtroppo non ho potuto vederla direttamente.
Sotto la
Chiesa,quindi, esiste tutta un’area archeologica che permette di ricostruire
le ‘fasi’ edificatorie e le vicissitudini storiche della stessa, dalla quale
comincerò per fornire l’idea di come il passato ci continui a ‘parlare’
attraverso le testimonianze che tornano alla luce.
L'area archeologica sotto la
chiesa di San Lorenzo in Lucina: la chiave per capire l’origine di
questo nome?
Accanto
alla Sagrestia, si trova un corridoio -antistante la sala parrocchiale, detta Laurentina,
che dà l’accesso ai sotterranei,portati alla luce da lavori di scavo. Le
tracce concrete che si possono vedere proprio in corrispondenza della navata
centrale e della sua parte meridiana sono: -un vano pavimentato a mosaico
bianco e nero con disegni geometrici, tipici del II secolo d.C.,
mentre il muro perimetrale dell'abside poggia su di unrettilineo,
di epoca precedente, affrescato con elementi vegetali e spartizione della parete
con larghe fasce(foto2) La
cosa che mi lascia un poco ‘perplessa’ è che nell’opuscolo ritirabile
presso la Basilica si legge,a tal proposito,che “ Probabilmente questo
edificio aveva a che fare con l'Ara Pacis e con lavori di risistemazione
apportati nel II sec.,aii tempi di Adriano”.
Cosa significa ‘aveva a che fare’? Erano forse comunicanti? Come si
vede dalla topografia(foto3)
e con l’aiuto dell’amico romano Giulio Coluzzi che me l’ha gentilmente
fornita, i due edifici non sono lontani,ma nemmeno vicinissimi (ARA PACIS n.°30,
S.Lorenzo in Lucina n.°12).
Dobbiamo immaginare che –in epoca Romana- tutta questa zona fosse abitata,
normalmente come un qualunque quartiere di oggi, con case, Palazzi,monumenti…
Dagli scavi, si è appurato che proprio sotto la Basilica si trovava un’insula,
un po’ paragonabile ai nostri ‘condomìni’ moderni,costruita agli inizi
del III secolo, “che taglia le strutture precedenti con una
maglia di pilastri cruciformi, che interessano tutta la sezione centrale
della Chiesa, dal filo della soglia originaria della Chiesa del V secolo fino al
zona della cripta sotto l'abside, coinvolgendo sia il pavimento che la parete
affrescata. È proprio il filo della soglia della Chiesa primitiva a dare la
percezione della sovrapposizione dell'edificio sacro su quello che evidentemente
avrà avuto una normale edificazione civile, residenziale e commerciale”.
Una di queste
residenze era di proprietà di una certa LUCINA, che aveva fornito
ospitalità alle prime comunità cristiane per le loro riunioni,e
nell’abitazione stessa si sarebbe tenuta, probabilmente, all’incirca nel 366
d.C., l’elezione di Papa DAMASO,che aveva come segretario niente
meno che S.Girolamo, Padre della Chiesa. In seguito, il luogo fu adibito
o trasformato in chiesa. Della prima basilica abbiamo notizia nel LIBER
PONTIFICALIS,riguardo
alla vita di Sisto III, papa da 432 al 440 dove si legge che egli
fece anche una basilica dedicata a S.Lorenzo, con la concessione dell'imperatore
Valentiniano II, basilica di cui abbiamo pochissime notizie. Di essa, si
possono vedere: le tre soglie, poggianti sui resti dell'insula, ai quali
si sovrappone la facciata odierna, che mantiene una sola delle tre porte
originarie; le strutture corrispondenti alle tre navate originarie
e al rialzamento del pavimento della basilica nel XVI secolo; il muro difondazione
della navata centrale in mattoni e tufelli.
E’ stato portato alla luce anche un reperto molto importante:un Battistero
(foto 4situato al medesimo
livello della prima basilica, sotto la Sala dei Canonici (attuale Museo
Parrocchiale): costituito da un fonte con vasca annessa, le cui funzioni non
sono del tutto chiarite (battesimo dei bambini o riserva d’acqua?). Esso è
databile al V sec.d.C. e fu demolito tra il 1441 -1451, per
costruire la Cappella di S.Giovanni Battista (che con il
‘battistero’aveva a che fare!) oggi Sala dei Canonici.
Il ‘titulus
Lucinae’ continuò a perdurare ed è giunto fino ai giorni nostri.
Foto 4bis:Pianta
di San Lorenzo in Lucina.Con il colore violetto:-preesistenze del II sec.-in
rosso:strutture dell’ “insula” del III sec.- in verde:resti della basilica
del IV secolo d.C.
Brevi vicende storiche
Benedetto II, papa, dal 684-685, intraprese dei lavori di restauro e donò dei
paramenti alla Chiesa di San Lorenzo "qui appellatur lucinae”
(ovvero :”che si chiama di Lucina”), dal quale si evince che era già nota
questa nomea. Seguirono in vari secoli, molti interventi sull’ edificio e
donazioni da parte dei papi.Dai documenti storici vengonoannotate anche due inondazioni della Chiesa, dovute allo straripamento
del Tevere nella metà del IX secolo.
Nel 1084
subì saccheggi da parte dei Normanni guidati da Roberto il Guiscardo,a
seguito dei quali furono eseguiti ampi lavori di ristrutturazione nel secolo
successivo. Nel 1103 l'antipapa Anacleto II dedica la Chiesa il 25
maggio e depone le reliquie di Alessandro e altri martiri nell’altare
maggiore. Nel 1112 il papa Pasquale II depone numerose reliquie
della Chiesa: la graticola, che proveniva da un vecchio altare della
Chiesa, viene portata presso l'altare maggiore; le reliquie di San
Ponziano e i suoi compagni martiri dell'Acquatraversa e molte altre.
Nel
1196
Sulla
cattedra Papale(foto5)
che
oggi è nascosta da una porta del coro dietro l’altare maggiore, c’èun'iscrizione del Papa Anacleto II, che afferma che papa
Pasquale II aveva fatto levare la graticola da un vecchio altare, con due
ampolle di sangue e che il vescovo Leone Ostiense aveva ricollocato il
tuttosotto questo nuovo altare
e questa è la più importante testimonianza della ristrutturazione medievale
della Chiesa.
Quando nel 1606 venne data in custodia all’Ordine dei Chierici
Regolari Minori di San Francesco Caracciolo, la basilica -da
paleocristiana-si trasformò in barocca: furono rialzate le mura e il tetto
della navata centrale; le cappelle laterali furono allestite gradualmente e
furono tutte completate nel 1779. Nel 1800, sempre a causa della
persistente umidità, venne condotto un nuovo restauro durato il quale fu
completamente rifatto il soffitto e furono costruite due nuove Cappelle ai lati
del presbiterio. Dopo il 1870, conl'Unità
d'Italia, la Chiesa passò al Fondo per il Culto e dal 1906 è
gestita dal clero secolare della diocesi di Roma.
Tra il 1918-1919, il cardinale Gasparri curò un ennesimo restauro di
tutte le superfici mentre nel 1927 la Soprintendenza ai Monumenti
riportò il portico al suo aspetto originario.
Dato il persistere del problema dell’umidità, negli anni 1982-87 sono
stati fatti degli scavi e dei restauri dei sotterranei da parte della
soprintendenza archeologica di Roma che hanno permesso un “miglioramento della
circolazione dell'aria e un notevole beneficio per tutto l'edificio”
La Basilica oggi:percorso di visita
L'ingresso
della Chiesa oggi è costituito da un portico con sei colonne (foto 6)di
granito con capitelli e basi, sormontato da un'architrave realizzata da un
enorme colonna scanalata antica, di reimpiego, mentre il coronamento con
frontone triangolare e modanature è più alto perché corrisponde al
rialzamento dei muri della navata centrale effettuato nel 1643. In questo
portico di ingresso sono state collocate varie iscrizioni e rilievi ritrovati a
più riprese nell'area di scavo, tra il 1927-28. Foto 6 bis:simboli
presenti nel portico esterno.
Il
campanile è sulla destra della facciata, in stile romanico, databile al XII
secolo ed attribuito a maestranze romane.
Visitare
la basilica di San Lorenzo in Lucina presuppone una chiave di lettura
teologico-spirituale, ossia riscoprire Dio attraverso l’arte sacra e la sua
bellezza. Come ci aiuta il libretto informativo disponibile presso la
Chiesa, possiamo incamminarci attraverso tre itinerari tematici
per la visita:
-
Itinerario Cristologico,seguendo principalmente tre momenti fondamentali
della Vita terrena di Gesù, rappresentati dal Battesimo (prima cappella
a sinistra, quella del ‘Battistero’),che segna l’inizio della Sua
vita pubblica; la Crocifissione, momento crucciale,rappresentatoprincipalmente dalla presenza sull'altare dell'opera di Guido Reni
(1575-1642), “Il Crocifisso”, dipinto tra il 1637 e il 1640; abbiamo
anche la Cappella del Crocifisso, che conserva un imponente crocifisso
ligneo del sedicesimo secolo; cappella in cui vi è il monumento funerario in
onore di Umberto II, ultimo re d'Italia, ricordato come il “re
di maggio”; l’Ascensione di Cristo, dipinto al centro del
soffitto a cassettoni, dove Cristo risorto è tra i Santi Lorenzo, Damaso,
Lucina è Francesco Caracciolo, opera del 1857 che riassume le vicende storiche
della basilica stessa.
-Itinerario
Mariano. Molti i riferimenti alla Vergine in questa Basilica, che è
impossibile descrivere tutti. Sulla volta si hanno scene che raccontano fatti
della vita di Maria attribuite a Simon Vouet(1590 –1649), che raffigurano la sua
Nascita(episodio tra l’altro non descritto nei Vangeli Canonici ma solo
negli Apocrifi), l’ Annunciazione, la Presentazione al Tempio, l'Assunzione.
Abbiamo una Annunciazione, di Ludovico Gimignani, allievo del Reni, copia
dipinta nel 1664 sull'originale di Guido Reni conservato nella cappella omonima
al Quirinale. Sicuramente l'immagine più in vista è quella presente nella Cappella
dell’Immacolata, che risale al XIX sec.e che si ritiene eseguito
nella circostanza della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione da
parte di papa Pio IX. L'autore si è ispirato alla visione descritta nel libro dell'Apocalisse
12,1 "Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di
sole, con laluna sotto i suoi
piedi". Nella quarta cappella sul lato destro è quella dell'Annunziata,
che ha sculture eseguite da Gian Lorenzo Bernini per incarico di Gabriele
Fonseca (FOTO 7)un'illustre
medico che al tempo era proprietario della cappella stessa. Un dipinto
curioso della Vergine lo si può osservare al di sopra della cappella di San
Francescod'Assisi e Santa Giacinta Marescotti, intitolato Madonna
delle Grazie, attribuito a Girolamo Siciolante da Sermoneta (1521
1575), eseguito con una tecnica piuttosto rara - olio su ardesia. Sul capo della
Vergine risplende una corona di stelle, notiamo il volto dolce e sorridente di
Maria che ha le braccia sollevate e le tre dita allargate, curiosa iconografia(FOTO
8)
-Itinerario
laurentino,
cioè relativo a San Lorenzo martire, il titolare della Chiesa. San
Lorenzo fu il primo dei sette diaconi di Roma, che secondo la tradizione subì
il martirio durante la persecuzione dell'imperatore Valeriano, che nel 258
d.C. aveva ordinato l'uccisione dei vescovi, di preti e dei diaconi
cristiani con relativa confisca dei loro beni. Il 10 agosto San Lorenzo
viene martirizzato e padri della Chiesa come Sant'Agostino, Sant'Ambrogio e
San Prudenzio ci hanno tramandato che subì il supplizio della graticola.
La Tradizione vuole che questo strumento sia presente nella Basilica: sotto
l'altare è visibile l'urna contenente la reliquia della graticola(FOTO9)
mentre il reliquiario con le catene di S.Lorenzo è conservato nel Museo
parrocchiale. Il culto di San Lorenzo martire si diffuse subito a Roma,tant’è
che eglifu il primo fra i martiri
ad avere un culto all'interno della città, nella chiesa di San Lorenzo in
Damaso, edificata ai tempi di papa Damaso(366 –334). In epoca Medioevale
esistevano più di 30 chiese,a Roma, dedicate a S.Lorenzo. Sant'Ambrogio lo
ricorda come il martire della carità,perché vendette tutti i tesori
della Chiesa e distribuì il ricavato ai poveri,piuttosto che farli confiscare
dalle autorità romane. Nella tradizione popolare, le stelle cadenti del 10
agosto, festa del Santo, sono ritenute le scintille della graticola su cui San
Lorenzo fu martirizzato. La prima cappella a destra è dedicata a San
Lorenzo, dove è raffigurato con Santa Lucina che gli presenta la pianta della
Chiesa.Sono presenti altri dipinti relativi al Santo titolare.
La tomba di Nicolas Poussin e
i “Pastori d’Arcadia”
All'interno
della basilica si trovano alcuni monumenti funebri di varie epoche molto
interessanti tracui, sul pilastro
dalla seconda e la terza cappella a destra, si trova il monumento a NICOLAS
POUSSIN (1594 –1665). Non conosco il motivo per cui il pittore francese
venne sepolto proprio in questa Chiesa. Un’altra curiosità è che venne
eretta una lapide,sul suo sepolcro, nel 1823-30, commissionata da Renè de
Chateaubriand(1768-1848), scrittore francese, quando era ministro di Francia
a Roma.
(FOTO
10)la
struttura marmorea è dovuta all’architetto Louis Vaudoyer e consta di una
sorta di ‘edicola’ molto semplice, di colore bianco, in cui il busto
centrale di Poussin è entro un archetto e poggia su una base, al di sotto della
quale è stato inserita una lastra marmorea di colore diverso (avorio) con una
dedica di Chateaubriand a Poussin e un rilievo che riproduce il quadro del
pittore,del 1640,Les bergers
d'Arcadie",
“I Pastori di Arcadia”, che nel libretto della Chiesa viene
definito il “ritrovamento della tomba di Saffo”. Foto 11
Si
legge chiaramente la scritta “ET IN ARCADIA EGO” . (foto 12
cliccare per ingrandire).Il rilievo riproduce, si è detto, un quadro di
Poussin, artista attivo a Roma dal 1624 al 1640 e dal 1642 fino al 1665 (data
della sua morte). Raffigura tre pastori e una pastora che sono intenti a leggere
l’iscrizione presente su una tomba antica, che dice, appunto “Et in Arcadia
ego”; lo sfondo è un cupo monte e l’opera pittorica oggi è conservata
presso il Museo del Louvre di Parigi. Negli anni ’70 si è appurata una
curiosa coincidenza,ovvero che la tomba, uguale per dimensioni e forma e anche
ilcontesto paesaggistico, esistono
realmente, presso il villaggio francese di Arques,nell’Aude. Uno dei colli che
si notano, in lontananza, è quello di Rennes le Chateau, legato ai ben
noti misteri che hanno per protagonista l’abate Sauniere.
Un’altra
curiosità è che Poussin restò influenzato da un dipinto di Giovan Francesco
Barbieri,detto il "Guercino" che nel 1620 aveva dipinto una scena
simile. Ora,la cosa che più appare interessante è che l’opera di Guercinoè conservata presso il Palazzo Corsini, che nel XV sec.fu eretto dal
cardinale Domenico Riario e che, nel ‘600,divenne la residenza della regina Cristina
di Svezia,la quale vi fondò un’Accademia letteraria destinata a diventare
(cinquan’tanni dopo la morte di Guercino e dopo la morte della regina,
avvenuta nel 1689), l’accademia ARCADIA. Passato poi ai conti Corsini,
venne ricostruito in forme sontuose e passò allo Stato Italiano, che ne ha
fatto una Galleria Nazionale d’Arte Antica ed è anche sede dell’Accademia
Nazionale dei Lincei.
Pare che Nicola Poussin facesse parte dell’Accademia Arcadia, una sorta
di Circolo Esoterico, e quindi cosa ci hanno voluto dire, lui e Guercino, con
questi dipinti?
E,
cosa che ci preme in questo contesto, perché lo scrittore Renè de
Chateaubriand sentì –due secoli dopo la scomparsa di Poussin- di dover
apporre una lastra dedicatoria scegliendo proprio QUEL tema, tra i molti quadri
che l’artista realizzò?
(cliccare per ingrandire) Foto 13:la dedica sopra l'iconografia de
"I Pastori d'Arcadia"
14.Dettaglio dell'epigrafe al di sotto dell'incisione scultorea,che nel
complesso significa:
"Trattieni
le pie lacrime, vive in (questa) tomba Poussin
che
sembrava non dovesse morir mai.
Eppure
egli ora tace; ma se vuoi sentirlo parlare
nei
suoi quadri egli è vivo e (da essi) parla"
Sappiamo che Chateaubriandprestò
servizio presso la corte di Napoleone, notoriamente filomassonico e che
venne aRomaprima come diplomatico al servizio del cardinale Fesch,
ambasciatore a Roma di Napoleone, e poi lui stesso come ambasciatore della
Francia della Restaurazione. Frequentò i pontefici Pio VII, Pio VIII, Leone XI; tra gli artisti celebrò la memoria di Poussin e ammirò i
capolavori di Canova, oltre a conoscere due pittori, allora alle prime armi,
come Ingres e Corot. Dal momento che questo collegamento, Poussin-Chateaubriand mi ha mosso degli interrogativi, ho fatto una breve ricerca per avere
maggiori notizie su questo ‘legame’ apparentemente privo di importanza
(potrebbe essere solo un atto di ammirazione verso il pittore seicentesco, che
Renè avrebbe voluto ricordare apponendo una lastra dedicatoria sulla di lui
tomba). Ma, se in lingua italiana non ho trovato praticamente nulla di
interessante, esistono almeno due pubblicazioni francesi dal titolo
particolarmente attraente. Una è scritta proprio da Renè stesso:
Chateaubriand
François René de : Le monument du Poussin, élevé par les soins de
Chateaubriand à Rome : (Lettre du 10 janvier 1829 à Mme Récamier. Paris
ce 7 7bre 1829 ; Lettre à M. Deville. Paris, 7 octobre 1834). p. 20-21
E
l’altro testo è il seguente :
Bergot
François : Poussin et Chateaubriand sur le chemin de l'Arcadie, p. 47-53
Cioè
Poussin e Chateaubriand sul Cammino dell’Arcadia.
Evidentemente
qualcosa che ‘ li lega’ c’è davvero. Il problema è che, credo, questi
testi non siano disponibili nella traduzione italiana.
Dati
raccolti con l’ausilio della guida “Perinsigne Basilica di S.Lorenzo in
Lucina-Roma”, di d.Carlo Dell’Osso, Lucrezia Ungaro, Gabriella Gaggi,
Franco Capitani.