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M O S E' E G I Z I A N O? di David Donnini -dal sito http://spazioinwind.libero.it/bravo/qumran/files/bibbia.htm, C'č un aspetto estremamente importante che Freud sottolinea con argomentazioni puntuali e, direi, piuttosto ineccepibili. Si tratta del fatto che Mosé sarebbe stato un egiziano e non, come si crede comunemente, un ebreo. Una delle basi di questa opinione risiede nel nome stesso: "...E' importante notare che il suo nome (il nome di questo capo), Mosč, č egiziano. Esso č semplicemente la parola egiziana "mose" che significa "fanciullo", ed č la contrazione di forme nominali pił complesse, quali ad esempio "Amon-mose", che significa "Amon un fanciullo", o "Ptah-mose", che significa "Ptah un fanciullo", i quali nomi sono a loro volta abbreviazioni della forma piena "Amon ha donato un fanciullo", o "Ptah ha donato un fanciullo". L'abbreviazione "fanciullo" presto divenne una forma rapida pił conveniente dell'ingombrante nome completo, ed il nome Mose, "fanciullo", non č infrequente sui monumenti egizi. Il padre di Mosé senza dubbio prefisse al nome del figlio quello di un dio egizio, quale Amon o Ptah, e questo nome divino si perdette gradualmente nell'uso corrente, finché il fanciullo venne chiamato "Mose"" [Citazione da History of Egypt, di J.H.Breasted, in Freud, Mosč e il monoteismo, Pepe Diaz, Milano, 1952]. "...nella lingua [egiziana] "Mosč" equivaleva a "bambino", "figlio", "discendente", sia in senso letterale che metaforico..." [J.Lehmann, Mosč l'egiziano, Garzanti, Milano, 1987]. E ancora: "...non ci resta perciņ che il nome, il quale, malgrado la spiegazione giudaica "tratto dalle acque", riallaccia Mosč ai nomi egiziani Tutmosi o Ramesse (Rah-mose)" [F.Castel, Storia d'Israele e di Giuda, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo (Mi), 1987]. C'č poi un'altra importante considerazione da fare. Il Mosč biblico ha un abito del tutto leggendario, a sostegno dell'idea che la sua identitą sia il frutto di una operazione artificiale finalizzata a rappresentarlo come il padre nazionale degli ebrei. Infatti il racconto della sua nascita, coerentemente con le leggende semitiche, č la copia esatta del racconto che riguarda la nascita del grande Sargon di Accad, che fu abbandonato nelle acque e poi salvato per diventare, infine, un grande re. Evidentemente, allorché fu redatta la storia del popolo che era sfuggito dall'Egitto, si voleva che il suo condottiero possedesse i requisiti che lo rendevano meritevole, a pieno titolo, di quella dignitą. Il racconto non fu scritto da storici, animati da uno spirito scientifico di cronaca, ma da apologeti, che dovevano contribuire alla creazione di una coscienza nazional-religiosa. Ora, esistono altri elementi di sostegno alla tesi del Mosé egiziano, seguace della teologia di Akhenaton: uno č il nome che gli ebrei utilizzano spesso per riferirsi al loro dio, al posto del termine tabł (indicato comunemente dal tetragramma YHWH) che nessuno poteva pronunciare ad alta voce. Si tratta della parola Adonai, che ha la stessa radice (Adon) del dio solare di Amenofi IV (Aton). I glottologi sanno bene che le lettere t e d sono del tutto intercambiabili nelle radici etimologiche, pertanto Adon e Aton sono esattamente lo stesso nome. Si osservi quanto afferma ancora Sigmund Freud: "Il credo ebraico, come č noto, recita: "Schema Jisroel Adonai Elohenu Adonai Echod". Se la somiglianza del nome dell'egizio Aton alla parola ebraica Adonai e al nome divino siriaco Adonis non č casuale, ma proviene da una vetusta unitą di linguaggio e significato, cosģ si potrebbe tradurre la formula ebraica: "Odi Israele il nostro Dio Aton (Adonai) č l'unico Dio"" [Sigmund Freud, Mosč e il Monoteismo, Milano, 1952]. L'altro elemento č l'aspetto della famosa "arca dell'alleanza", che, nel racconto biblico (Es 25, 10-22), Dio aveva ordinato a Mosč di edificare e che, in seguito, sarebbe stata conservata nel tempio di Salomone fino all'invasione assira. Essa riproduce la "barca degli dei" dei templi egizi, anch'essa coi cherubini ad ali spiegate. Ma c'č un altro elemento, senza dubbio quello di maggior
peso: Mosč č comunemente considerato il padre del monoteismo, ma dobbiamo
ammettere che la sua idea ha un precedente molto vicino nello spazio e nel
tempo, e molto analogo, nella teologia di Akhenaton, pertanto ci rimane
difficile credere che la sintesi monoteistica di Mosč non abbia alcun debito
nei confronti della rivoluzione religiosa del faraone Amenofi IV.
Riassumendo:
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