I
cattolici, per tradizione, celebrano il Natale il 25 Dicembre di ogni
anno, ricorrenza della nascita di Gesù, ma tale data è solo una data
convenzionale poiché quella certa della natività Cristo non è nota in
quanto la data di nascita di Gesù non è riportata nei Vangeli. Prima di
iniziare è doverosa una precisazione. Molti studiosi in passato si sono
occupati del problema di determinare questa data di fondamentale
significato simbolico per la Cristianità sulla base di studi di esegesi
biblica e di paleografia. Quasi nessuno però ha tentato una soluzione del
problema sulla base dei riferimenti astronomici che per loro natura sono
cronologicamente univoci e aiutano grandemente a stabilire la corretta
cronologia degli eventi storici. Anche utilizzando l’Astronomia questa
ricerca à tutt’altro che agevole in quanto è necessario estrarre dai
testi sacri i riferimenti astronomici. Gli autori di tali testi non erano
astronomi quindi il loro modo di registrare quanto era osservabile nel
cielo è stato piuttosto approssimativo. Nonostante ciò si è deciso di
affrontare questo problema senza la pretesa di stabilire una verità
storica incontrovertibile, ma è stato fatto un tentativo con l’obbiettivo
di contribuire a fare maggior luce sul questo complesso problema.
Dobbiamo
quindi chiederci se in qualche modo sia possibile pervenire a determinare
almeno una stima approssimata del reale periodo storico in cui l’evento
avvenne. Fin dai primi secoli, i Cristiani svilupparono diverse
tradizioni, basate quasi esclusivamente su ragionamenti teologici. A
seconda dei criteri adottati e dei testi interpretati, il giorno della
nascita risultava essere avvenuto in date diverse, tanto che il filosofo
Clemente Alessandrino (150 - 215 d.C.) annotava in un suo scritto: “Non
si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità
troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno” (Stromata,
I,21,146). In realtà come vedremo neanche l’anno è noto in maniera
affidabile in quanto non è espressamente citato nelle Scritture, ma forse
siccome gli eventi astronomici sono oggettivamente databili e
documentabili, l’Astronomia potrebbe darci una mano. La data
tradizionale del 25 dicembre è documentata solamente a partire dal III e
dal IV secolo, che guarda caso corrisponde proprio al giorno del solstizio
d’inverno.
Oggi
sull'origine di questa data vi sono diverse ipotesi, che possono essere
raggruppate in due categorie: secondo la prima, la data è stata scelta in
base a considerazioni simboliche interne al Cristianesimo, mentre la
seconda prende in considerazione la derivazione dalle festività celebrate
in altre religioni praticate contemporaneamente al Cristianesimo di
allora, ad esempio il culto mitraico, molto seguito a Roma. In linea di
principio le due categorie di ipotesi possono anche coesistere. Il primo
gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "interna"
al Cristianesimo, senza apporti da altre religioni, derivante da ipotesi
cristiane sulla data di nascita di Gesù. Un'ipotesi piuttosto recente
asserisce che la data del Natale corrisponda alla vera data di nascita di
Gesù. L'ipotesi si basa sull'analisi dei testi presenti nella biblioteca
essena di Qumran e su alcune informazioni fornite dal Vangelo secondo
Luca. Secondo Luca, San Giovanni Battista fu concepito sei mesi prima di
Gesù (e quindici mesi prima del Natale), e l'annuncio del suo
concepimento fu dato al padre Zaccaria mentre questi officiava il culto
nel Tempio di Gerusalemme. Siccome il calendario ebraico possiede una
struttura lunare sinodica, i mesi devono essere intesi come lunazioni da
29 o 30 giorni cadauna. Dai rotoli di Qumran si è potuto ricostruire il
calendario dei turni che le varie classi sacerdotali seguivano per gli
offici al Tempio, ed è stato possibile stabilire che il turno della
classe di Abia (a cui apparteneva Zaccaria) cadeva due volte l'anno (1).
Uno
dei due turni corrispondeva all'ultima settimana di settembre. Un'ipotesi
afferma che il calcolo della data della Natività si fonda sulla data
della morte di Gesù cioè il Venerdì Santo. Dato che la data della morte
di Gesù nei Vangeli si colloca tra il 25 marzo e il 6 aprile del
calendario giuliano, quindi poco dopo l’equinozio di primavera, data
fondamentale per la cultura ebraica. In particolare per stabilire
simbolicamente la data di nascita di Gesù si sarebbe seguita la credenza
secondo la quale i profeti siano morti nell'anniversario della loro
nascita e quindi lo stesso ragionamento fu arbitrariamente esteso anche a
Gesù.
Il
giorno 9 Febbraio dell’anno 6 a.C. del calendario Giuliano, si verificò
una spettacolare congiunzione dei pianeti Marte, Giove, Saturno con la
Luna nella costellazione dei Pesci. Il plenilunio avvenne il 4 Febbraio
precedente quindi i tre pianeti brillavano intorno alla Luna quasi piena.
In questa immagine sono ricostruite le condizioni di visibilità dei corpi
celesti a Gerusalemme.
Secondo
questa ipotesi, si calcolò che Gesù fosse morto nell'anniversario della
sua Incarnazione o Concezione e quindi 9 lunazioni prima della sua
nascita, e così si pensò che la sua data di nascita dovesse cadere 9
mesi ebraici dopo la data del venerdì della Pasqua ebraica (oppure 3
lunazioni prima), e quindi il calcolo condurrebbe ad una data compresa tra
il 25 dicembre e il 6 gennaio. Il sorgere del Sole e la luce sono simboli
molto usati sia nel Cristianesimo che nella Bibbia. Per esempio nel
vangelo di Luca, Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, descrive la
futura nascita di Cristo, con queste parole: "verrà a visitarci
dall'alto un sole che sorge".
Il
Natale, tradizionalmente fissato poco dopo il solstizio d’inverno capita
nel periodo dell'anno in cui il giorno comincia ad allungarsi, quindi la
festa potrebbe tradizionalmente essere legata a questo simbolismo di
rinascita. Il secondo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre
come "esterna" al Cristianesimo, cioè come un tentativo 4 di
assorbimento di culti precedenti al Cristianesimo con la sovrapposizione
di festività cristiane a feste proprie di altre religioni antiche.
Il
giorno 14 Febbraio dell’anno 6 a.C. del calendario Giuliano, Marte,
Giove e Saturno in congiunzione tra loro nella costellazione dei Pesci
tramontavano, visti da Gerusalemme, poco dopo il Sole praticamente nella
direzione ovest pressoché esatta.
Questa
direzione servì probabilmente da guida ai Magi nel loro cammino di
avvicinamento alla città.
Secondo
questo criterio la natività si sovrappone approssimativamente alle
celebrazioni per il solstizio d'inverno tipiche del culto mitraico e alle
feste dei saturnali romani che si celebravano dal 17 al 23 dicembre di
ogni anno. Già nel calendario romano il termine Natalis veniva
impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile)
che commemorava la fondazione dell'Urbe, e il Dies Natalis Solis
Invicti, la festa dedicata alla rinascita del Sole (inteso come la
personificazione del dio Mitra), introdotta a Roma da Eliogabalo, che fu
imperatore dal 218 d.C. al 222 d. C., e ufficializzato per la prima volta
da Aureliano nel 273 d .C., e poi spostata ufficialmente al 25 dicembre.
Ancora durante il regno di Licinio (imperatore dal 308 al 324 d. C.) il
culto della divinità solare veniva celebrato il 19 dicembre, e non il
25.
Questi
spostamenti di data corrispondevano al generale disordine generato dall’errore
progressivo accumulato dal calendario giuliano rispetto al vero computo
astronomico. L’anno giuliano era lungo in media 365 giorni solari medi e
¼ cioè 365,25 giorni, mentre l’anno solare tropico durava 365,2422
giorni. Alla luce delle fonti, si ipotizza in particolare che i Cristiani
avrebbero "ribattezzato" la festa pagana del Sole Invitto come
"Festa della nascita di Cristo", spostando la data dal 21 al 25
dicembre, sempre a causa dell’incertezza sulla data calendariale
effettiva del solstizio d’inverno, per soppiantare quella pagana,
largamente diffusa tra la popolazione. Secondo però i recenti studi di
Thomas Talley l'ipotesi che la festa liturgica del Natale sia sorta per
sostituire la festa pagana viene ridimensionata a favore di una possibile
origine autonoma avvenuta all'interno delle comunità cristiane
dell'Africa donatista, forse tra il 243 e il 311 d.C. Esiste inoltre chi
afferma che la nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla festa
ebraica della luce, la Chanukkà, che cade il venticinquesimo
giorno del mese lunare di Kislev ed il 2 del successivo mese di Tevet.
Il
giorno 25 Marzo Giuliano dell’anno 6 a.C. si verificò una grande
congiunzione planetaria in cui si raggrupparono tutti i 5 pianeti
conosciuti nell’antichità e visibili ad occhio nudo. In realtà nel
raggruppamento fu compreso anche Urano che però non era ancora stato
scoperto. In questa immagine riferita al cielo visibile a Gerusalemme sono
mostrati tutti i pianeti che furono in congiunzione nella costellazione
dei Pesci in quel periodo. Poiché anche il Sole era posto tra loro la
visibilità dell’intero raggruppamento era impossibile a causa della
luce solare.
Il
mese ebraico (lunare) di Kislev è comunemente accettato come più
o meno corrispondente con il mese di dicembre giuliano (lo sfasamento
effettivo dipende da quando cade il novilunio, inizio dei mesi ebraici,
nel mese di dicembre. In questo senso il Cristianesimo avrebbe ripetuto
quanto già fatto per le principali festività cristiane come la Pasqua o
la Pentecoste, che sono derivate dalle corrispondenti festività ebraiche.
La determinazione della data esatta di nascita di Gesù Cristo continua a
rivestire da tempo un notevole fascino e induce ancora oggi molti
appassionati a tentare di determinarla eseguendo complessi calcoli
computistici i quali per forza di cose forniscono svariate date,
generalmente riferite al calendario giuliano, le quali mediamente
oscillano entro alcuni anni prima dell’anno 1 d.C. secondo il computo di
Dionigi il Piccolo.
All’alba
del plenilunio pasquale avvenuto il 4 Aprile dell’anno 6 a.C. nel
calendario Giuliano, il Sole sorse a Gerusalemme dopo i pianeti Venere,
Saturno, Mercurio e Giove. In questa simulazione è stato rimosso il
contributo della luce diffusa dall’atmosfera della Terra in modo da
poter visualizzare l’evento.
Quello
che si continua ad ignorare è che queste date che sono fondamentali nell’ambito
religioso e teologico, lo sono molto meno in ambito computistico ed
astronomico a causa del fatto che, oltre ad alcune arbitrarietà compiute
dal monaco Dionigi nel VI secolo, non esistono, astronomicamente parlando,
informazioni sufficienti a determinare esattamente tali date, però il
calcolo astronomico correlato con quanto ci tramandano i Vangeli ci
permette di costruire alcune ragionevoli ipotesi intorno alla data più
probabile della natività, ovviamente con un certo margine di incertezza.
La descrizione della nascita o natività di Gesù (o soltanto Natività,
per antonomasia) è contenuta nei vangeli secondo Matteo (Mt. 2,1) e
secondo Luca (Lc. 30,34) oltre che nel Protovangelo di Giacomo. I testi di
Matteo e Luca concordano su due eventi centrali, che verificano, secondo
l'interpretazione cristiana, cioè due profezie dell'Antico Testamento: la
nascita di Gesù a Betlemme (Michea, 5,1), e la nascita da una vergine
(Isaia 7,14).
Ricostruzione
delle configurazione celeste all’alba del plenilunio pasquale ebraico
avvenuto il 4 Aprile dell’anno 6 a.C. nel calendario Giuliano, vista
dalla città di Gerusalemme.
Entrambi
gli Evangelisti raccontano inoltre della nascita al "tempo di re
Erode" e riferiscono il nome dei genitori (Maria (Miriam), promessa
sposa di Giuseppe (Yossef)) attribuendone il concepimento verginale
all'opera dello Spirito Santo. Le due narrazioni differiscono invece
riguardo alle motivazioni per cui Gesù sarebbe nato a Betlemme, agli
annunci dell'Angelo ed alle ragioni per cui la famiglia si recò a
Nazareth dopo la nascita. La tradizionale datazione della nascita
convenzionalmente stabilita nell'anno 753 ad urbe condita è con ogni
probabilità un errore compiuto nel VI secolo dal monaco Dionigi il
Piccolo.
Non
dobbiamo neppure dimenticare che l'istituzione della festa liturgica del
Natale, come ricorrenza della nascita di Gesù, e la sua collocazione al
25 dicembre risale al III-IV secolo quale trasposizione delle celebrazioni
relative al solstizio d’inverno.
Tra
i libri del Nuovo Testamento, gli unici a descrivere la nascita di Gesù
sono il Vangelo secondo Matteo e il Vangelo secondo Luca. Gli altri due
vangeli (Marco e Giovanni) non fanno menzione dell'infanzia di Gesù,
iniziando a descrivere il suo ministero pubblico nell'età adulta.
Entrambi i vangeli concordano su alcuni punti:
Nei
Vangeli l’evangelista Luca parla della nascita, ma senza indicarne il
giorno ne’ l’anno. Il 25 Dicembre prima di diventare celebre in quanto
data presunta della nascita di Gesù, era celebrata da vari popoli antichi
di religioni molto diverse tra loro nel tempo e nello spazio, ciascuno
facendo riferimento al proprio calendario. Le origini di questa data vanno
ricercate nel culto pagano attribuito al Sole, poiché in epoca romana il
25 Dicembre del calendario giuliano era considerato il giorno del
solstizio d’inverno. Dopo il solstizio, la luce del Sole tende
gradualmente ad aumentare e la durata della notte tende a diminuire,
quindi ad ogni solstizio d’inverno sembra che il Sole rinasca dando vita
ad un nuovo “Natale”. Presso svariate culture distribuite in molte
parti del mondo in tale giorno si celebrava la nascita di una divinità.
In Egitto si celebrava la rinascita di Osiride e di suo figlio Horus (2),
mentre a Babilonia si festeggiava il dio Tammuz e della dea Ishtar
rappresentata con un bimbo in braccio e con un’aureola di stelle intorno
al capo. In Grecia si festeggiava la nascita di Dioniso; nell’antica
Roma si festeggiava il solstizio d’inverno con i saturnali in onore del
dio Saturno, protettore dell’agricoltura con feste che duravano dal 17
al 24 Dicembre ed in quest’ultimo giorno si concludeva la festa con un
grande banchetto illuminato da luci e candele con scambi di auguri e di
doni. Il giorno 25 dicembre era dedicato alla festa del Sole invitto (il
Sole che risorge dalla lunga notte invernale) riportando luce e vita sulla
terra. Con l’espansione dell’impero romano d’oriente, i soldati ed i
mercanti vennero a conoscenza del culto del dio Mitra (figlio del Sole)
che gradualmente venne introdotto anche a Roma. Nel 353 d.C. si decise di
assegnare a questa data il la nascita di Gesù.
Su questa immagine
da satellite è stato ricostruito a grandi linee il probabile percorso (in
rosso) stimato seguito dai Magi dalle regioni dell’Oriente Persiano fino
a Gerusalemme. Tale percorso è basato sulla direzione di visibilità dei
pianeti coinvolti nella grande congiunzione planetaria. Di fatto siccome la congiunzione planetaria fu visibile giorno dopo giorno verso occidente al tramonto secondo una direzione il cui azimut astronomico fu dell’ordine degli 261° contati dal meridiano astronomico locale, i Magi viaggiarono grosso modo in quella direzione.
Ora
cerchiamo di capire di più dai Vangeli e dalla ricostruzione astronomica
del cielo tra il 7 a.C., epoca dell’editto di Augusto relativo al
censimento su tutto il territorio dell’impero, ed il 4 a.C. che
corrisponde alla morte di Erode il Grande re di Giudea. Il 25 Dicembre
appare per la prima volta in una sorta di almanacco redatto nel 354 d.C.
da Furio Dionisio Filocalo, partendo da un frammento del calendario
liturgico cristiano in uso da una trentina d’anni. In quell’epoca la
religione Cristiana era ormai molto radicata, in quanto con l’editto di
Costantino, nel 313 d.C.(3),
erano state liberalizzate tutte le religioni dell’impero con particolare
attenzione a quella Cristiana. Ritornando alla cronologia dei Vangeli,
secondo quello di Luca, il censimento avvenne quando Quirino era
governatore di Siria il quale era succeduto a Saturnino. E’ opportuno
tener presente inoltre che Dionigi il Piccolo, monaco scita, scrittore
ecclesiastico morto nel 540 d.C. introdusse il computo calendariale
secondo l’era Cristiana traducendo le tavole pasquali di Cirillo di
Alessandria e fissando il computo degli anni dalla nascita di Gesù nell’anno
di Roma 753.
A
seguito di ciò la vera data di nascita di Cristo andrebbe retrocessa di 5
o 6 anni rispetto all’anno 1 convenzionale secondo il computo di
Dionigi. Erode il Grande morì a Gerico nell’aprile dell’anno di
Roma 750 quindi nel 4 a.C. secondo il computo di Dionigi il Piccolo. Nell’Adorazione
dei Magi dipinta da Giotto nei primi anni del 1300 nella cappella degli
Scrovegni a Padova appare l’immagine di una cometa che corrisponderebbe
alla “stella” che secondo il vangelo di Matteo avrebbe guidato i Magi
provenienti da oriente verso Gerusalemme. Secondo un trattato conservato
in Vaticano risalente agli ultimi anni del 1600 la “stella” verrebbe
spiegata con una congiunzione tripla di Marte, Giove e Saturno avvenuta in
quei tempi.
In
occasione di queste congiunzioni triple si sarebbero verificati eventi
eccezionali come la nascita dell’impero persiano e il trionfo di Giulio
Cesare. Arriviamo quindi alla data fatidica del 9 Febbraio dell’anno 6
a.C.: in cielo era avvenuta una congiunzione tripla di Marte, Giove e
Saturno nella costellazione dei Pesci ed era proseguita fino al successivo
4 Aprile in prossimità del plenilunio pasquale ebraico, con Saturno posto
in corrispondenza della fine del settore dei Pesci e l’inizio di quello
dell’Ariete. Il massimo avvicinamento reciproco dei tre pianeti era
avvenuto teoricamente il 25 Marzo di quell’anno, ma essendo il Sole
posizionato tra i pianeti essi erano nel cielo di giorno e quindi
invisibili a causa della luce solare. Il Vangelo secondo Matteo (Mt. 1,2)
inizia con la genealogia di Gesù, quindi accenna brevemente al
concepimento verginale di Maria per opera dello Spirito Santo. A questo
segue un annuncio di un angelo allo sposo Giuseppe, il quale aveva pensato
a un concepimento adulterino, e lo rassicura sull'origine soprannaturale
del bambino. Maria partorisce il bambino, cui viene dato il nome Gesù.
Successivamente arrivano a Gerusalemme dei “Magi” dall'Oriente, i
quali avevano letto nel sorgere di un "astro" l'annuncio della
nascita del re dei Giudei.
Secondo
il Vangelo di Matteo i Magi (4) che erano anche astronomi oltre che
astrologi, sapevano che in quel periodo tra il 16 ed il 7 a.C. si sarebbe
nuovamente verificata una congiunzione di tre pianeti. Nel 6 a.C. il
plenilunio pasquale ebraico cadde il 4 Aprile del calendario Giuliano,
pertanto seguendo nuovamente il Vangelo di Luca, nelle immediate vicinanze
del luogo della natività bivaccavano alcuni pastori che vigilavano di
notte facendo la guardia alle loro greggi. Secondo la tradizione ebraica
le greggi di pecore venivano condotte al pascolo di primavera subito dopo
la celebrazione della Pasqua e dopo aver ricevuto la benedizione dai
sacerdoti insieme ai rispettivi pastori. Pertanto se costoro erano ancora
presenti a Betlemme poteva significare che la benedizione non era stata
ancora data o l’avevano ricevuta da poco. I Magi che avevano calcolato
ed atteso la grande manifestazione astronomica che secondo le loro
interpretazioni astrologiche avrebbe potuto dare origine ad un grande
evento in Palestina, come peraltro profetizzato da Michea nel VIII sec.
a.C. (…e tu Betlemme terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo
capoluogo di Giuda: da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo
(Israele)). Seguendo sempre il Vangelo di Matteo, i Magi vista la “stella”
partirono dai loro territori, forse dalle regioni indo-iraniche, e si
mossero in direzione della Palestina poiché la costellazione dei Pesci
indicava questa regione ed in particolare la città di Gerusalemme.
Il
Vangelo ci dice inoltre che i Magi vedendo la “stella” al suo sorgere
che li precedeva accompagnandoli lungo il percorso, si mossero verso la
città di Gerusalemme; l’evento verrebbe confermato anche dal calcolo
astronomico. Poiché il tempo di durata del raggruppamento planetario, dal
9 Febbraio al 4 Aprile del 6 a.C., potrebbe essere compatibile con la
possibile durata del viaggio compiuto dai Magi dalle regioni della Persia
fino a Gerusalemme giungendovi in occasione della Pasqua ebraica che si
festeggiava al plenilunio più prossimo all’equinozio di primavera. Il 9
Febbraio dell’anno 6 a.C. e nei giorni seguenti i pianeti raggruppati
nella costellazione dei Pesci, insieme alla prima falce lunare del mese,
tramontavano in direzione ovest e quella direzione fu seguita sera dopo
sera dai Magi nel loro cammino; tale direzione li condusse in Palestina.
Sempre il Vangelo di Matteo ci narra inoltre che i Magi ricevuti dal re
Erode dissero che erano giunti fino in quel luogo poiché avevano visto la
“stella” che li aveva guidati fino a Gerusalemme ed erano venuti per
adorare il Re dei Giudei. A fronte di questi riscontri evangelici ed
astronomici la vera data di nascita di Gesù non può essere collocata in
prossimità del solstizio d’inverno, bensì, con buona probabilità, la
si può stabilire più o meno tra la fine di Marzo e l’inizio di Aprile
dell’anno 6 a.C. cioè circa a metà del mese di Nissan dell’anno
3764 secondo il calendario ebraico. Questa interpretazione implicherebbe
che Gesù nacque intorno all’equinozio di primavera e non al solstizio d’inverno
come tradizionalmente si celebra.
(Autore:
Paolo Frattegiani; Tutor: Adriano Gaspani. Nel giorno di Pasqua: domenica
24 Aprile dell’anno 2011 d.C. (20 Nissan 5771, 6 giorni dopo la Pesah).