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25 Dicembre: la storia di una data che divenne Natale 

                       Elaborato per il corso di Archeoastronomia e Storia dell’Astronomia Univ. Cardinal Colombo 

                                                                                           A.A. 2010-2011 

                                                                                   Autore: Paolo Frattegiani 

                                                                                    Tutor : Adriano Gaspani

 

I cattolici, per tradizione, celebrano il Natale il 25 Dicembre di ogni anno, ricorrenza della nascita di Gesù, ma tale data è solo una data convenzionale poiché quella certa della natività Cristo non è nota in quanto la data di nascita di Gesù non è riportata nei Vangeli. Prima di iniziare è doverosa una precisazione. Molti studiosi in passato si sono occupati del problema di determinare questa data di fondamentale significato simbolico per la Cristianità sulla base di studi di esegesi biblica e di paleografia. Quasi nessuno però ha tentato una soluzione del problema sulla base dei riferimenti astronomici che per loro natura sono cronologicamente univoci e aiutano grandemente a stabilire la corretta cronologia degli eventi storici. Anche utilizzando l’Astronomia questa ricerca à tutt’altro che agevole in quanto è necessario estrarre dai testi sacri i riferimenti astronomici. Gli autori di tali testi non erano astronomi quindi il loro modo di registrare quanto era osservabile nel cielo è stato piuttosto approssimativo. Nonostante ciò si è deciso di affrontare questo problema senza la pretesa di stabilire una verità storica incontrovertibile, ma è stato fatto un tentativo con l’obbiettivo di contribuire a fare maggior luce sul questo complesso problema. 

Dobbiamo quindi chiederci se in qualche modo sia possibile pervenire a determinare almeno una stima approssimata del reale periodo storico in cui l’evento avvenne. Fin dai primi secoli, i Cristiani svilupparono diverse tradizioni, basate quasi esclusivamente su ragionamenti teologici. A seconda dei criteri adottati e dei testi interpretati, il giorno della nascita risultava essere avvenuto in date diverse, tanto che il filosofo Clemente Alessandrino (150 - 215 d.C.) annotava in un suo scritto: “Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno” (Stromata, I,21,146). In realtà come vedremo neanche l’anno è noto in maniera affidabile in quanto non è espressamente citato nelle Scritture, ma forse siccome gli eventi astronomici sono oggettivamente databili e documentabili, l’Astronomia potrebbe darci una mano. La data tradizionale del 25 dicembre è documentata solamente a partire dal III e dal IV secolo, che guarda caso corrisponde proprio al giorno del solstizio d’inverno.

Oggi sull'origine di questa data vi sono diverse ipotesi, che possono essere raggruppate in due categorie: secondo la prima, la data è stata scelta in base a considerazioni simboliche interne al Cristianesimo, mentre la seconda prende in considerazione la derivazione dalle festività celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente al Cristianesimo di allora, ad esempio il culto mitraico, molto seguito a Roma. In linea di principio le due categorie di ipotesi possono anche coesistere. Il primo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "interna" al Cristianesimo, senza apporti da altre religioni, derivante da ipotesi cristiane sulla data di nascita di Gesù. Un'ipotesi piuttosto recente asserisce che la data del Natale corrisponda alla vera data di nascita di Gesù. L'ipotesi si basa sull'analisi dei testi presenti nella biblioteca essena di Qumran e su alcune informazioni fornite dal Vangelo secondo Luca. Secondo Luca, San Giovanni Battista fu concepito sei mesi prima di Gesù (e quindici mesi prima del Natale), e l'annuncio del suo concepimento fu dato al padre Zaccaria mentre questi officiava il culto nel Tempio di Gerusalemme. Siccome il calendario ebraico possiede una struttura lunare sinodica, i mesi devono essere intesi come lunazioni da 29 o 30 giorni cadauna. Dai rotoli di Qumran si è potuto ricostruire il calendario dei turni che le varie classi sacerdotali seguivano per gli offici al Tempio, ed è stato possibile stabilire che il turno della classe di Abia (a cui apparteneva Zaccaria) cadeva due volte l'anno (1). 

Uno dei due turni corrispondeva all'ultima settimana di settembre. Un'ipotesi afferma che il calcolo della data della Natività si fonda sulla data della morte di Gesù cioè il Venerdì Santo. Dato che la data della morte di Gesù nei Vangeli si colloca tra il 25 marzo e il 6 aprile del calendario giuliano, quindi poco dopo l’equinozio di primavera, data fondamentale per la cultura ebraica. In particolare per stabilire simbolicamente la data di nascita di Gesù si sarebbe seguita la credenza secondo la quale i profeti siano morti nell'anniversario della loro nascita e quindi lo stesso ragionamento fu arbitrariamente esteso anche a Gesù. 

 

 Il giorno 9 Febbraio dell’anno 6 a.C. del calendario Giuliano, si verificò una spettacolare congiunzione dei pianeti Marte, Giove, Saturno con la Luna nella costellazione dei Pesci. Il plenilunio avvenne il 4 Febbraio precedente quindi i tre pianeti brillavano intorno alla Luna quasi piena. In questa immagine sono ricostruite le condizioni di visibilità dei corpi celesti a Gerusalemme

 

Secondo questa ipotesi, si calcolò che Gesù fosse morto nell'anniversario della sua Incarnazione o Concezione e quindi 9 lunazioni prima della sua nascita, e così si pensò che la sua data di nascita dovesse cadere 9 mesi ebraici dopo la data del venerdì della Pasqua ebraica (oppure 3 lunazioni prima), e quindi il calcolo condurrebbe ad una data compresa tra il 25 dicembre e il 6 gennaio. Il sorgere del Sole e la luce sono simboli molto usati sia nel Cristianesimo che nella Bibbia. Per esempio nel vangelo di Luca, Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, descrive la futura nascita di Cristo, con queste parole: "verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge". 

Il Natale, tradizionalmente fissato poco dopo il solstizio d’inverno capita nel periodo dell'anno in cui il giorno comincia ad allungarsi, quindi la festa potrebbe tradizionalmente essere legata a questo simbolismo di rinascita. Il secondo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "esterna" al Cristianesimo, cioè come un tentativo 4 di assorbimento di culti precedenti al Cristianesimo con la sovrapposizione di festività cristiane a feste proprie di altre religioni antiche.

 

Il giorno 14 Febbraio dell’anno 6 a.C. del calendario Giuliano, Marte, Giove e Saturno in congiunzione tra loro nella costellazione dei Pesci tramontavano, visti da Gerusalemme, poco dopo il Sole praticamente nella direzione ovest pressoché esatta. Questa direzione servì probabilmente da guida ai Magi nel loro cammino di avvicinamento alla città.

 

Secondo questo criterio la natività si sovrappone approssimativamente alle celebrazioni per il solstizio d'inverno tipiche del culto mitraico e alle feste dei saturnali romani che si celebravano dal 17 al 23 dicembre di ogni anno. Già nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile) che commemorava la fondazione dell'Urbe, e il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla rinascita del Sole (inteso come la personificazione del dio Mitra), introdotta a Roma da Eliogabalo, che fu imperatore dal 218 d.C. al 222 d. C., e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 273 d .C., e poi spostata ufficialmente al 25 dicembre. Ancora durante il regno di Licinio (imperatore dal 308 al 324 d. C.) il culto della divinità solare veniva celebrato il 19 dicembre, e non il 25. 

Questi spostamenti di data corrispondevano al generale disordine generato dall’errore progressivo accumulato dal calendario giuliano rispetto al vero computo astronomico. L’anno giuliano era lungo in media 365 giorni solari medi e ¼ cioè 365,25 giorni, mentre l’anno solare tropico durava 365,2422 giorni. Alla luce delle fonti, si ipotizza in particolare che i Cristiani avrebbero "ribattezzato" la festa pagana del Sole Invitto come "Festa della nascita di Cristo", spostando la data dal 21 al 25 dicembre, sempre a causa dell’incertezza sulla data calendariale effettiva del solstizio d’inverno, per soppiantare quella pagana, largamente diffusa tra la popolazione. Secondo però i recenti studi di Thomas Talley l'ipotesi che la festa liturgica del Natale sia sorta per sostituire la festa pagana viene ridimensionata a favore di una possibile origine autonoma avvenuta all'interno delle comunità cristiane dell'Africa donatista, forse tra il 243 e il 311 d.C. Esiste inoltre chi afferma che la nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla festa ebraica della luce, la Chanukkà, che cade il venticinquesimo giorno del mese lunare di Kislev ed il 2 del successivo mese di Tevet

     

Il giorno 25 Marzo Giuliano dell’anno 6 a.C. si verificò una grande congiunzione planetaria in cui si raggrupparono tutti i 5 pianeti conosciuti nell’antichità e visibili ad occhio nudo. In realtà nel raggruppamento fu compreso anche Urano che però non era ancora stato scoperto. In questa immagine riferita al cielo visibile a Gerusalemme sono mostrati tutti i pianeti che furono in congiunzione nella costellazione dei Pesci in quel periodo. Poiché anche il Sole era posto tra loro la visibilità dell’intero raggruppamento era impossibile a causa della luce solare. 

Il mese ebraico (lunare) di Kislev è comunemente accettato come più o meno corrispondente con il mese di dicembre giuliano (lo sfasamento effettivo dipende da quando cade il novilunio, inizio dei mesi ebraici, nel mese di dicembre. In questo senso il Cristianesimo avrebbe ripetuto quanto già fatto per le principali festività cristiane come la Pasqua o la Pentecoste, che sono derivate dalle corrispondenti festività ebraiche. La determinazione della data esatta di nascita di Gesù Cristo continua a rivestire da tempo un notevole fascino e induce ancora oggi molti appassionati a tentare di determinarla eseguendo complessi calcoli computistici i quali per forza di cose forniscono svariate date, generalmente riferite al calendario giuliano, le quali mediamente oscillano entro alcuni anni prima dell’anno 1 d.C. secondo il computo di Dionigi il Piccolo.

 

All’alba del plenilunio pasquale avvenuto il 4 Aprile dell’anno 6 a.C. nel calendario Giuliano, il Sole sorse a Gerusalemme dopo i pianeti Venere, Saturno, Mercurio e Giove. In questa simulazione è stato rimosso il contributo della luce diffusa dall’atmosfera della Terra in modo da poter visualizzare l’evento. 

Quello che si continua ad ignorare è che queste date che sono fondamentali nell’ambito religioso e teologico, lo sono molto meno in ambito computistico ed astronomico a causa del fatto che, oltre ad alcune arbitrarietà compiute dal monaco Dionigi nel VI secolo, non esistono, astronomicamente parlando, informazioni sufficienti a determinare esattamente tali date, però il calcolo astronomico correlato con quanto ci tramandano i Vangeli ci permette di costruire alcune ragionevoli ipotesi intorno alla data più probabile della natività, ovviamente con un certo margine di incertezza. La descrizione della nascita o natività di Gesù (o soltanto Natività, per antonomasia) è contenuta nei vangeli secondo Matteo (Mt. 2,1) e secondo Luca (Lc. 30,34) oltre che nel Protovangelo di Giacomo. I testi di Matteo e Luca concordano su due eventi centrali, che verificano, secondo l'interpretazione cristiana, cioè due profezie dell'Antico Testamento: la nascita di Gesù a Betlemme (Michea, 5,1), e la nascita da una vergine (Isaia 7,14). 

 

Ricostruzione delle configurazione celeste all’alba del plenilunio pasquale ebraico avvenuto il 4 Aprile dell’anno 6 a.C. nel calendario Giuliano, vista dalla città di Gerusalemme. 

Entrambi gli Evangelisti raccontano inoltre della nascita al "tempo di re Erode" e riferiscono il nome dei genitori (Maria (Miriam), promessa sposa di Giuseppe (Yossef)) attribuendone il concepimento verginale all'opera dello Spirito Santo. Le due narrazioni differiscono invece riguardo alle motivazioni per cui Gesù sarebbe nato a Betlemme, agli annunci dell'Angelo ed alle ragioni per cui la famiglia si recò a Nazareth dopo la nascita. La tradizionale datazione della nascita convenzionalmente stabilita nell'anno 753 ad urbe condita è con ogni probabilità un errore compiuto nel VI secolo dal monaco Dionigi il Piccolo. 

Non dobbiamo neppure dimenticare che l'istituzione della festa liturgica del Natale, come ricorrenza della nascita di Gesù, e la sua collocazione al 25 dicembre risale al III-IV secolo quale trasposizione delle celebrazioni relative al solstizio d’inverno. 

Tra i libri del Nuovo Testamento, gli unici a descrivere la nascita di Gesù sono il Vangelo secondo Matteo e il Vangelo secondo Luca. Gli altri due vangeli (Marco e Giovanni) non fanno menzione dell'infanzia di Gesù, iniziando a descrivere il suo ministero pubblico nell'età adulta. Entrambi i vangeli concordano su alcuni punti: 

Giuseppe e Maria, i genitori di Gesù, erano fidanzati ma non sposati quando Maria restò incinta (Matteo 1,20, Luca 1,27 e 2,4)

Sebbene vi siano notevoli differenze tra le due versioni, in entrambi i Vangeli un Angelo (l’arcangelo Gabriele) annuncia la nascita di Gesù (Matteo 1,20-23, Luca 1,30-35)

 Il bambino è concepito per intervento divino (Matteo 1,20, Luca 1,34)

Un Angelo afferma che il suo nome sarà Gesù (in ebraico Yeoshua Ben Yosef Ben David) e che sarà il Salvatore (Maschiach) (Matteo 1,21, Luca 2,11); 

La nascita avviene al tempo di Erode il Grande (Matteo 2,1, Luca 1,5)

Gesù trascorre gli anni da adolescente a Nazareth (Matteo 2,23, Luca 2,51)

 

Nei Vangeli l’evangelista Luca parla della nascita, ma senza indicarne il giorno ne’ l’anno. Il 25 Dicembre prima di diventare celebre in quanto data presunta della nascita di Gesù, era celebrata da vari popoli antichi di religioni molto diverse tra loro nel tempo e nello spazio, ciascuno facendo riferimento al proprio calendario. Le origini di questa data vanno ricercate nel culto pagano attribuito al Sole, poiché in epoca romana il 25 Dicembre del calendario giuliano era considerato il giorno del solstizio d’inverno. Dopo il solstizio, la luce del Sole tende gradualmente ad aumentare e la durata della notte tende a diminuire, quindi ad ogni solstizio d’inverno sembra che il Sole rinasca dando vita ad un nuovo “Natale”. Presso svariate culture distribuite in molte parti del mondo in tale giorno si celebrava la nascita di una divinità. In Egitto si celebrava la rinascita di Osiride e di suo figlio Horus (2), mentre a Babilonia si festeggiava il dio Tammuz e della dea Ishtar rappresentata con un bimbo in braccio e con un’aureola di stelle intorno al capo. In Grecia si festeggiava la nascita di Dioniso; nell’antica Roma si festeggiava il solstizio d’inverno con i saturnali in onore del dio Saturno, protettore dell’agricoltura con feste che duravano dal 17 al 24 Dicembre ed in quest’ultimo giorno si concludeva la festa con un grande banchetto illuminato da luci e candele con scambi di auguri e di doni. Il giorno 25 dicembre era dedicato alla festa del Sole invitto (il Sole che risorge dalla lunga notte invernale) riportando luce e vita sulla terra. Con l’espansione dell’impero romano d’oriente, i soldati ed i mercanti vennero a conoscenza del culto del dio Mitra (figlio del Sole) che gradualmente venne introdotto anche a Roma. Nel 353 d.C. si decise di assegnare a questa data il la nascita di Gesù. 

 

wpe7.jpg (215962 byte) Su questa immagine da satellite è stato ricostruito a grandi linee il probabile percorso (in rosso) stimato seguito dai Magi dalle regioni dell’Oriente Persiano fino a Gerusalemme. Tale percorso è basato sulla direzione di visibilità dei pianeti coinvolti nella grande congiunzione planetaria. Di fatto siccome la congiunzione planetaria fu visibile giorno dopo giorno verso occidente al tramonto secondo una direzione il cui azimut astronomico fu dell’ordine degli 261° contati dal meridiano astronomico locale, i Magi viaggiarono grosso modo in quella direzione. 

Ora cerchiamo di capire di più dai Vangeli e dalla ricostruzione astronomica del cielo tra il 7 a.C., epoca dell’editto di Augusto relativo al censimento su tutto il territorio dell’impero, ed il 4 a.C. che corrisponde alla morte di Erode il Grande re di Giudea. Il 25 Dicembre appare per la prima volta in una sorta di almanacco redatto nel 354 d.C. da Furio Dionisio Filocalo, partendo da un frammento del calendario liturgico cristiano in uso da una trentina d’anni. In quell’epoca la religione Cristiana era ormai molto radicata, in quanto con l’editto di Costantino, nel 313 d.C.(3), erano state liberalizzate tutte le religioni dell’impero con particolare attenzione a quella Cristiana. Ritornando alla cronologia dei Vangeli, secondo quello di Luca, il censimento avvenne quando Quirino era governatore di Siria il quale era succeduto a Saturnino. E’ opportuno tener presente inoltre che Dionigi il Piccolo, monaco scita, scrittore ecclesiastico morto nel 540 d.C. introdusse il computo calendariale secondo l’era Cristiana traducendo le tavole pasquali di Cirillo di Alessandria e fissando il computo degli anni dalla nascita di Gesù nell’anno di Roma 753. 

A seguito di ciò la vera data di nascita di Cristo andrebbe retrocessa di 5 o 6 anni rispetto all’anno 1 convenzionale secondo il computo di Dionigi. Erode il  Grande morì a Gerico nell’aprile dell’anno di Roma 750 quindi nel 4 a.C. secondo il computo di Dionigi il Piccolo. Nell’Adorazione dei Magi dipinta da Giotto nei primi anni del 1300 nella cappella degli Scrovegni a Padova appare l’immagine di una cometa che corrisponderebbe alla “stella” che secondo il vangelo di Matteo avrebbe guidato i Magi provenienti da oriente verso Gerusalemme. Secondo un trattato conservato in Vaticano risalente agli ultimi anni del 1600 la “stella” verrebbe spiegata con una congiunzione tripla di Marte, Giove e Saturno avvenuta in quei tempi. 

In occasione di queste congiunzioni triple si sarebbero verificati eventi eccezionali come la nascita dell’impero persiano e il trionfo di Giulio Cesare. Arriviamo quindi alla data fatidica del 9 Febbraio dell’anno 6 a.C.: in cielo era avvenuta una congiunzione tripla di Marte, Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci ed era proseguita fino al successivo 4 Aprile in prossimità del plenilunio pasquale ebraico, con Saturno posto in corrispondenza della fine del settore dei Pesci e l’inizio di quello dell’Ariete. Il massimo avvicinamento reciproco dei tre pianeti era avvenuto teoricamente il 25 Marzo di quell’anno, ma essendo il Sole posizionato tra i pianeti essi erano nel cielo di giorno e quindi invisibili a causa della luce solare. Il Vangelo secondo Matteo (Mt. 1,2) inizia con la genealogia di Gesù, quindi accenna brevemente al concepimento verginale di Maria per opera dello Spirito Santo. A questo segue un annuncio di un angelo allo sposo Giuseppe, il quale aveva pensato a un concepimento adulterino, e lo rassicura sull'origine soprannaturale del bambino. Maria partorisce il bambino, cui viene dato il nome Gesù. Successivamente arrivano a Gerusalemme dei “Magi” dall'Oriente, i quali avevano letto nel sorgere di un "astro" l'annuncio della nascita del re dei Giudei. 

Secondo il Vangelo di Matteo i Magi (4) che erano anche astronomi oltre che astrologi, sapevano che in quel periodo tra il 16 ed il 7 a.C. si sarebbe nuovamente verificata una congiunzione di tre pianeti. Nel 6 a.C. il plenilunio pasquale ebraico cadde il 4 Aprile del calendario Giuliano, pertanto seguendo nuovamente il Vangelo di Luca, nelle immediate vicinanze del luogo della natività bivaccavano alcuni pastori che vigilavano di notte facendo la guardia alle loro greggi. Secondo la tradizione ebraica le greggi di pecore venivano condotte al pascolo di primavera subito dopo la celebrazione della Pasqua e dopo aver ricevuto la benedizione dai sacerdoti insieme ai rispettivi pastori. Pertanto se costoro erano ancora presenti a Betlemme poteva significare che la benedizione non era stata ancora data o l’avevano ricevuta da poco. I Magi che avevano calcolato ed atteso la grande manifestazione astronomica che secondo le loro interpretazioni astrologiche avrebbe potuto dare origine ad un grande evento in Palestina, come peraltro profetizzato da Michea nel VIII sec. a.C. (…e tu Betlemme terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo (Israele)). Seguendo sempre il Vangelo di Matteo, i Magi vista la “stella” partirono dai loro territori, forse dalle regioni indo-iraniche, e si mossero in direzione della Palestina poiché la costellazione dei Pesci indicava questa regione ed in particolare la città di Gerusalemme. 

Il Vangelo ci dice inoltre che i Magi vedendo la “stella” al suo sorgere che li precedeva accompagnandoli lungo il percorso, si mossero verso la città di Gerusalemme; l’evento verrebbe confermato anche dal calcolo astronomico. Poiché il tempo di durata del raggruppamento planetario, dal 9 Febbraio al 4 Aprile del 6 a.C., potrebbe essere compatibile con la possibile durata del viaggio compiuto dai Magi dalle regioni della Persia fino a Gerusalemme giungendovi in occasione della Pasqua ebraica che si festeggiava al plenilunio più prossimo all’equinozio di primavera. Il 9 Febbraio dell’anno 6 a.C. e nei giorni seguenti i pianeti raggruppati nella costellazione dei Pesci, insieme alla prima falce lunare del mese, tramontavano in direzione ovest e quella direzione fu seguita sera dopo sera dai Magi nel loro cammino; tale direzione li condusse in Palestina. Sempre il Vangelo di Matteo ci narra inoltre che i Magi ricevuti dal re Erode dissero che erano giunti fino in quel luogo poiché avevano visto la “stella” che li aveva guidati fino a Gerusalemme ed erano venuti per adorare il Re dei Giudei. A fronte di questi riscontri evangelici ed astronomici la vera data di nascita di Gesù non può essere collocata in prossimità del solstizio d’inverno, bensì, con buona probabilità, la si può stabilire più o meno tra la fine di Marzo e l’inizio di Aprile dell’anno 6 a.C. cioè circa a metà del mese di Nissan dell’anno 3764 secondo il calendario ebraico. Questa interpretazione implicherebbe che Gesù nacque intorno all’equinozio di primavera e non al solstizio d’inverno come tradizionalmente si celebra. 

(Autore: Paolo Frattegiani; Tutor: Adriano Gaspani. Nel giorno di Pasqua: domenica 24 Aprile dell’anno 2011 d.C. (20 Nissan 5771, 6 giorni dopo la Pesah).

 

Note:

1)- Nel presente articolo sono indicate le date secondo il Calendario Giuliano. 

2)-L’esame delle tradizioni connesse il culto egizio di Horus ha mostrato una marcata similitudine con i fatti narrati nei Vangeli in relazione alla vita di Gesù. Non è improbabile che ci si aia riferiti a miti comuni in tutto il mondo antico le cui origini si perdono nella notte dei tempi.

3)-

4)-Il termine “Magus” è un vocabolo di origine persiana che vuol dire “sapiente”. I Magi erano uomini di scienza, probabilmente seguaci del culto di Zoroastro, e quindi anche astronomi ed astrologi.

 

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